Napoli Grafia, SPONSOR UFFICIALE della VERA GRAMMATICA NAPOLETANA

È una Linea Grafica che si propone a scopo divulgativo, di abbinare ai suoi elaborati grafici, scritte in LESSIGRAFIA GRAMMATICALE NAPOLETANA. Essa è una Linea Creativa di GRAFICA, DESIGNER, Orgogliosamente NAPOLETANA.--Stathv bbuón! --Ch 'a Maronn v accumbagn!--

Il prof. Oliveri SPIEGA COME HA FATTO QUESTA SCOPERTA

Ciò che mi ha indotto ad escogitare un qualche sistema che potesse sopperire alla secolare maniera di scrivere il napoletano, è stato quello di rettificare una volta per tutte, quello scritto in voga che sa di miscuglio confuso di napoletano ed italiano ma nel contempo non è né l’uno né l’altro. Tale scrittura, che direi: pseudonapoletana, non svela quella scorrevolezza; quella verve; quella musicalità; quello smalto; quella estrosità; uscita dalla mente del compositore ma perdutasi nella. penna di Questi.
Non posso ammettere, diciamo la verità, che il grande Salvatore Di Giacomo; letterato poliedrico ed insigne Artista di rinomanza internazionale, vanto e gloria di Napoli, giustamente celebrato, meritevole di ogni benemerenza, un mito; abbia potuto trasfondere il proprio pensiero, pregno di pura e genuina napoletanità, in uno scritto; estraneo; abnorme; non rispondente alla parola pensata e parlata, senza esserne conscio, non rispondente al suo schietto gergo usato fin dai primi balbettamenti infantili. C’è da rilevare infatti che, proprio per aver scritto in quel modo, che giudicherei ”artificioso”, il buon don Salvatore è incorso in errori di ortografia e di incoerenza sintattica, magari banali, ma non al suo alto livello culturale: errori che, se quella stessa parola o frase l’avesse scritta in italiano, non li avrebbe minimamente commessi.
Per gli altri compositori napoletani che secondo me non hanno molto da invidiare a Di Giacomo, valgono le stesse considerazioni, infatti, benché degni di stima, rispetto ed ammirazione per il loro cospicuo tributo al prestigio di Napoli, anch’essi rientrano nel novero degli scrittori: “pseudonapoletani” in altri termini, è come se avessero scritto in latino maccheronico.
Tale tipo di scritto in voga, in tutti gli stampati in vendita, ha inoltre influenzato cantanti di ogni regione, i quali imparando dai testi, inconsciamente fanno un bel “frittomisto” di ciò che dicono cantando; ciò potrebbe anche essere sopportato, considerando che per molti di essi non essendo napoletani, è assolutamente impossibile esprimersi correttamente in lingua; quello che invece reputo, oltremodo, deplorevole è che cantanti napoletani (tutti per la verità) pronunciano la canzone di “casa loro” non secondo l’abituale parlato ma colpevolmente attenendosi al testo, scritto in maniera fuorviante, al quale, nel migliore dei casi, applicano (purtroppo in modo incoerente) una sorte di traduzione simultanea. Sarà forse per un aberrato senso di falso pudore, ma credere che sia volgare e poco gradevole l’esprimersi in napoletano puro, quello di tutti i giorni per intenderci, è un errore, la verità sta proprio nel concetto opposto, e cioè in quello di cantare così come sempre hanno pensato e parlano in casa loro, la volgarità casomai è nell’inflessione gergale e mai nella lingua di un popolo.
L’idioma napoletano si è, come tutti gli altri, sviluppato nel territorio italiano quindi un impasto variegato di lingue estere ed italiche, antiche e moderne (vedi la storia delle dominazioni a Napoli). Napoli che è una città italiana, ed a sua volta europea, con lingua propria da scriversi così come si parla, possiede differenziazioni sintattico-grammaticali che denotano una distinta connotazione del carattere italico, dico italico non italiano.
L’italiano infatti è una lingua costruita per l’unitarietà nazionale, perciò non spontanea; tradizionale; naturale come il napoletano che infatti non deriva dall’italiano, né è solo influenzato per felice convivenza.
Alla luce delle considerazioni quissopra esposte, per sviluppare la teoria che attiene alla lessigrafia-grammaticale, ho dovuto stravolgere la concezione lessicale, risalendo la corrente a guisa di salmone, è stato faticosissimo principalmente per mancato appoggio in elementi di consultazione, visto che una vera grammatica non è mai esistita e tutte “le grammatiche” in voga sono aberrate ed addirittura forvianti; quindi nell’intento di perseguire la teoria lessigrafico-grammaticale propostami, ho dovuto ricorrere per costrizione, all’intuito ed all’empirismo, basandomi sulla mia verace napoletanità, riuscendo così con soddisfazione a sfatare l’atavica erronea convinzione che: “lo scrivere in lingua così come si parla a Napoli, sia praticamente impossibile”.
La soluzione, l’ ho trovata discernendo con un accorta analisi critica, la parola nella sua costituzione e nel significato; tutto il “lavoro” molto articolato, si è potuto realizzare grazie ad un operazione di “spigolatura analitica” del dialetto attraverso lo strumento della Lessigrafia, supportata essenzialmente, come si è già detto, dalla profonda esperienza diretta di napoletano praticante fin dalla nascita.
" Cómm è stāt ch āgg fātt tutt chést? E 'mbe', ch vv agg 'a rishr, 'un n' 'o ssācc māngh ij! Forz sarrāgg stāt stigmatizzāt d' 'a napulitanita' mij 'a stéss. 'O ccert è ccâ si 'st 'u lavór ll agg fātt ij, vo' rishr câ nu' 'ng 'ulév 'n 'u lhtthrāt, ma….. 'e 'st 'a bbell 'a citta'… 'n 'u nnammārat."
Divulgare la “Teoria lessigrafico-grammaticale Oliveriana è oggi più che opportuno, visto le ultime notizie sul mondo scolastico, riguardanti l’inserimento della lingua partenopea nel programma di studio, che reputo essere una notizia allarmante, dato la mancanza assoluta di una vera e propria grammatica napoletana al di fuori di quella Lessigrafica oliveriana. l’adozione di una di quelle (pseudo-grammatiche) in voga: sbagliate e devianti; significherebbe propinare una lingua maccheronica retta da regole aleatorie riferite ad un linguaggio inesistente.

IL NAPOLETANO HA LE SUE REGOLE GRAMMATICALI....!!!

-preso dalla geg di Enzo Fischetti :
L’ANAFORA [pag. 34 del trattato]- sono quelle parole che vanno ripetute 2 volte per dare il giusto senso alla frase! Per esempio:

LENTAMENTE: chjan ‘u chjan -
ADAGIO, che è molto simile a: cuóng cuóng
COMPLETAMENTE: sān sān
METICOLOSAMENTE: pīl pīl
DISTESO: luóngh, luóngh.. che se uno sta disteso rigidamente diventa tisĵch. tisĵch!!!

[la (ĵ) è la (j.dirizzata) = h; ossia : ĵ=h]

per dire: ALL’ULTIMO MOMENTO: ‘ngann ‘nganne
DI NASCOSTO: aumm aumm

Poi ci sono gli ‘ avverbi di tempo:
ADESSO: mo’…..
IN QUESTO MOMENTO: mmo’ mmo’

per il ‘ passato INVECE diventa avverbio di quantità, (indica la quantità di tempo):
per dire “in luogo di ALLORA”: tann [pag.130 del trattato]
per dire: proprio IN QUEL MOMENTO: tann tann

alcune parole inizianti per (pi) diventano inizianti per (chj): [pag 105 del trattato]

PIOVE: chjōv
PIANGERE: chjagñr
PIOMBO: chjumm

Mentre alcune parole inizianti per (g) câ sapit ch ffin fa’? s trashform in (j) che si pronuncia (gl) ossia: [(gli)senza(i)]

GIORNO: juórn
LA GATTA: 'a jatt
GENERO: ‘o jénnhr

Quando la (s) è preceduta dalla (n) essa si trasforma in (z) !!!

INSULTO: ‘nzurd
INSIEME: ‘nziém
IN SOGNO: ‘n zuónn

Ci sono parole che non derivano dall’italiano:
unto: ‘nzvat
SPOSATO: ‘nzurat
SOPRA: ‘ngopp
SUGNA: ‘nzógñ

giovedì 24 luglio 2008

LEZIONI di NAPOLETANO

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Il fatto è che il sistema per SCRIVERE correttamente IN NAPOLETANO è venuto fuori grazie alla scoperta del prof. Aldo Oliveri che potrebbe rispondere a tutti i quesiti possibili sull'argomento, sarebbe interessante per esempio sapere che:

....................."devi fare..." in Napoletanoil (poichè il verbo dovere non esiste) " devi fare..."
............diventa:"hai da fare..."
........................ X - chiasmo
.......................aih 'a fa'...
.......................ai' - per sineresi-
......................"ê' 'a fa' "
....................................................................................................... " ê' 'a fa'... "